E’ venerdì 19 agosto. Uno splendido venerdì di sole e di immersioni, una giornata di vacanze, di allegria e spensieratezza, ma le Grotte di Palinuro sembrano non saperlo e sono li a riscuotere quello che sembra un periodico tributo di sangue.
Io ero li, come accade ormai da decenni, felice di immergermi con i miei amici, di godere con loro dello splendore del mare cilentano sotto l’ala protettrice dello “Zio Bruno” – profondo conoscitore dei luoghi e dei siti d’immersione.
All’improvviso, mentre sorseggiavamo il solito aperitivo post-immersione tra risate, riscontri ed aneddoti, ecco arrivare la telefonata della Capitaneria del Porto: ”””Bruno, abbiamo un’emergenza in mare. Tre sub risultano dispersi nella Grotta della Scaletta. Abbiamo bisogno del vostro supporto”””.
Il resto è cronaca… una tragica cronaca.
Tra i tanti cari amici a dir poco preoccupati che mi hanno contattato nell’immediato uno dei primi è stato Fabio Siniscalchi di Oceanus il quale mi ha strappato la promessa di un resoconto il più fedele possibile dell’accaduto essendo io sul posto.
Caro Fabio eccomi qui a raccontarti non quello che è successo a Mauro Cammardella (titolare di Mauro Sub), a Mauro Tancredi (suo collaboratore) ed a Silvio Anzola, la cronaca è ormai dominio di tutti e la verità, quella vera, è sepolta con loro ma ti racconterò quello che è successo a me…
Ci penso ogni giorno ed ogni volta che poso la testa sul cuscino al buio mi si presenta una scena “immaginaria” di loro tre intrappolati in grotta che respirano l’ultima aria rimasta nel bibombola e mi assale una profonda angoscia.
Credimi ho cercato di capire cosa possa essere successo in quell’antro. Ho interrogato Bruno, ho incrociato i suoi sguardi stanchi ed affranti. Gli occhi di chi ha perso un collega, un amico, un sub esperto. Neanche lui ha una spiegazione plausibile.
Imperizia, poco conoscenza del sito? No di certo. A detta di chi conosceva Mauro era una grotta che poteva fare bendato e che aveva fatto decine di volte.
Imprudenza? Non sono in grado e non voglio azzardare un giudizio su chi ha pagato a caro prezzo.
Dico solo che quel giorno le vittime di Palinuro non sono state solo quelle tre vite spezzate e sottratte ai loro affetti, ma anche i tanti subacquei che come me amano il mare, le sue profondità e le sue creature. E’ subentrata una sorta di timore generato dalla consapevolezza che l’incidente può capitare a chiunque e se accade agli esperti a maggior ragione può accadere ai neofiti.
Nei giorni successivi abbiamo continuato ad immergerci ma lo spirito era diverso, in barca uno strano silenzio misto di rispetto e timore… il segno della croce prima di sparire sotto il pelo dell’acqua e l’immediata telefonata rassicurante ai cari subito al termine.
Una brutta esperienza, dura da digerire… speriamo solo che il tempo riesca ad affievolirne la crudezza e la trasformi nel consolidamento di un grande insegnamento: Il mare non ha altro re all’infuori di Dio. (Dante Gabriel Rossetti).
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Bene, non essere sceso nei particolari tecnici della disgrazia, che non possiamo assolutamente conoscere..e mai forse lo sapremo, mi è piaciuto, e mi ha permesso di leggere l’articolo serenamente e cercando di immedesimarmi nell’autore, cosa che tra l’altro non mi è stata difficile conoscendo sia personalmente Marco che essendo stato dopo pochi giorni anch’io in immersione in quei luoghi.Spero si sappia presto cosa è avvenuto lì, per permettere a noi tutti di comprendere, se ci sono stati, gli errori e sviluppare tutta l’esperienza per non incorrere negli stessi tragici che sono avvenuti.
Ciao Marco e ciao Eduardo, è un po di tempo che sono lontano dall’attività subacquea ma nonostante la tragedia che ormai si ripete ogni anno spero di essere dinuovo tra di voi al più presto.
anche io in passato sono stato con zio Bruno in quelle meravigliose grotte, le amo e le temo come tutti noi, forse non sapremo mai cosa è successo ma in ogni caso vorrei dire a coloro che lo pensano che i subacquei non sono esaltati che sfidano la morte, il pericolo c’è, è palese, ma dietro alla voglia di immergersi c’è l’amore per il mare, non la necessità di dimostrare chissà cosa… le tre persone che hanno perso la vita non sono apiranti suicidi che sono stati accontentati, rispettiamo loro e i loro cari ai quali porgo le mie condoglianze.